19. Qual è stata la decisione più difficile che tu abbia mai dovuto prendere?

CAPITOLO 19: Whisky

Luca, dopo una giornata densa di emotività alle onoranze funebri, camminava verso casa sotto un cielo plumbeo. La città sembrava avvolta da un velo di inquietudine, un senso di attesa che si rifletteva nei suoi passi incerti. Mentre attraversava il parco, i rami degli alberi si intrecciavano sopra di lui come linee di un destino sconosciuto.

Arrivato a casa, versò whisky in un bicchiere, lasciandosi cullare dalla musica jazz che riempiva l’ambiente di note malinconiche. Seduto sul divano, ripensò al dialogo immaginario con Cristiano, un dialogo che gli aveva regalato un temporaneo sollievo, ma sotto la superficie, c’era un groviglio di dubbi.

Poi, nel silenzio della sua stanza, un pensiero prese forma, sussurrato come una voce lontana:

“E se ci fosse qualcosa di più dietro tutto questo ?”

La paranoia, una compagna inaspettata, si insinuava nell’aria, portata dal vento che fischiava fuori dalla finestra.

Nel cuore della notte, mentre il silenzio della sua stanza era solcato solo dal ticchettio costante dell’orologio, Luca si sentì pervadere da un’urgenza irrefrenabile. Il suo sguardo cadde sullo smartphone, un iPhone SE DEL 2020, dallo schermo opaco riflettente, appoggiato sul tavolino del comò in legno nero dell’ikea. Con un movimento, lo afferrò. Le sue dita scivolarono sullo schermo freddo, svegliandolo da un sonno digitale.

Nel buio della stanza, la luce dello schermo gli illuminò il volto, conferendogli un aspetto quasi spettrale. Digitò con precisione, ma con un tremore impercettibile, il nome “Alex” nella barra di ricerca. Mentre le pagine caricate scorrevano sul display, il suo cuore batteva all’unisono con l’animazione circolare di caricamento.

Ogni clic lo portava più in profondità in un labirinto di informazioni, un mondo digitale oscuro e sinistro che lentamente si svelava. Profili sui social media, articoli di giornale, forum online – ognuno rivelava un frammento della vita nascosta di Alex. La tensione saliva con ogni pagina, ogni link che prometteva di svelare di più. Luca si sentiva come un detective in un romanzo noir, navigando in un mare di indizi e congetture.

Le rivelazioni che emersero furono sorprendenti e sconcertanti.

Alex, un volto apparentemente familiare e innocuo, era stato coinvolto in episodi inquietanti: storie di ossessioni, comportamenti manipolatori, episodi di stalking che si celavano dietro un velo di normalità. Ogni dettaglio aggiunto era come un pezzo di un puzzle che, una volta completato, rivelava un’immagine sinistra.

Mentre Luca continuava la sua ricerca frenetica su Alex, un link attirò la sua attenzione, un collegamento al sito del “Gazzettino”, il noto giornale locale.

Con un misto di curiosità e apprensione, cliccò sul link. La pagina web si aprì lentamente, svelando il titolo di un articolo datato di molti anni prima. Luca sentì il suo polso accelerare mentre iniziava a leggere.

L’articolo era scritto in uno stile giornalistico asciutto e diretto, che rendeva i fatti ancora più inquietanti nella loro freddezza. Parlava di un giovane uomo, Alex, che era stato arrestato per stalking nei confronti di una donna della zona. Luca si sentì come se stesse leggendo una storia scritta apposta per lui, una narrazione che si svolgeva sotto i suoi occhi con un’intensità personale.

“Secondo le fonti della polizia, la vittima aveva ricevuto per mesi minacce e messaggi inquietanti,” lesse Luca, la voce nella sua mente tremante. “Il sospettato, un certo Alex [cognome omesso], era noto alla comunità come un individuo riservato e di poche parole, ma gli investigatori hanno scoperto un lato oscuro nelle sue azioni.”

La storia proseguiva descrivendo come la donna avesse vissuto mesi di terrore, costantemente osservata e perseguitata. Alex aveva negato ogni accusa, ma le prove raccolte dalla polizia avevano dipinto un quadro inconfutabile del suo comportamento ossessivo.

Leggendo quelle parole, Luca sentì un brivido lungo la schiena. L’articolo forniva dettagli specifici: i luoghi che Alex aveva frequentato, le sue abitudini, fino alla descrizione dell’arresto, avvenuto in una fredda mattina d’inverno, quando la polizia aveva fatto irruzione nella sua casa, trovandolo in possesso di numerose foto della vittima.

Il pezzo si concludeva con una nota della redazione che sottolineava come il caso avesse scosso la comunità, sollevando domande sulla sicurezza e la privacy dei cittadini. Si rese conto che stava non solo scoprendo il passato di Alex, ma anche immergendosi in un capitolo oscuro della storia locale.

Mentre fissava lo schermo, un ricordo sbiadito iniziò a riemergere dalla nebbia della sua memoria. Era un ricordo che aveva cercato di seppellire, un evento che si era svolto alcuni anni dopo l’arresto di Alex. Con un senso di crescente orrore, si ricordò di una donna che era stata portata nel suo obitorio, una donna la cui morte aveva lasciato un’ombra cupa sulla comunità.

Era stata una mattina fredda e grigia quando il corpo era stato consegnato.

Luca, all’epoca alle prime armi, era stato colpito dalla tristezza che avvolgeva la figura della donna. I dettagli del suo viso, i capelli scuri sparpagliati sul cuscino bianco, erano impressi nella sua mente come un’immagine incancellabile.

La donna, come ricordò, era la stessa che era stata vittima di stalking da parte di Alex. Il suo decesso era stato improvviso e inaspettato, e nonostante le indagini, le circostanze della sua morte erano rimaste avvolte nel mistero. Al momento, non erano emersi collegamenti diretti con Alex, ma la coincidenza aveva lasciato un retrogusto amaro e domande senza risposta.

Il funerale era stato un evento silenzioso, toccante. Luca ricordava le persone che sfilavano davanti alla bara, ognuna immersa nei propri pensieri, i volti segnati dal dolore e dall’incredulità. La comunità aveva perso una dei suoi membri in circostanze tragiche e incomprensibili, e l’eco di quella perdita si era propagato come un’onda sottile ma persistente.

Ora, collegando quel tragico evento al passato di Alex, Luca sentì un gelo nella pancia. La possibilità che Alex potesse avere un ruolo in quel triste epilogo diventava una considerazione troppo grande per essere ignorata. La morte di quella donna non era solo un caso chiuso del suo passato professionale, ma potenzialmente una tessera cruciale nel puzzle che cercava di risolvere.

“Sofia è in pericolo,” sussurrò a se stesso, con la voce strozzata dall’ansia. La stanza sembrava restringersi attorno a lui, le pareti decorate con vecchie fotografie che osservavano la scena.

Deciso a non rimanere inerme, preparò una borsa con l’essenziale. Mentre usciva, una pioggia fine iniziò a cadere, come lacrime silenziose del cielo. La sua auto sfrecciava attraverso le strade vuote, guidata da un misto di determinazione e paura.

Il telefono squillò, un suono che sembrava provenire da un altro mondo. Lo schermo dell’ iphone evidenziava NUMERO SCONOSCIUTO. Rispose. La voce di Alex al telefono era fredda e distaccata, robotica, “Luca, lascia perdere Sofia. È meglio per te.” Le parole di Alex erano come lame affilate che tagliavano l’aria.

Luca sentì il cuore battere con forza contro il petto. “Cosa le hai fatto, Alex ?” chiese, la voce tremante.

“Non preoccuparti per lei. Preoccupati per te stesso” rispose Alex, e poi la linea morì in un silenzio assordante.

La pioggia aumentò, battendo contro il parabrezza come migliaia di piccoli tamburi. Luca sentiva il peso dell’oscurità intorno a sé, un’oscurità che sembrava nascondere più di una verità nascosta.

Doveva trovare Sofia.

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Capitolo 20: Sig.ra Reggiani

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