CAPITOLO 24: L’autogrill
L’autogrill, un’oasi di luce nella notte buia, era quasi deserto a quell’ora tarda.
L’autogrill ad Adria sorgeva solitario lungo l’autostrada. Era una struttura moderna ma accogliente, con grandi finestre che si affacciavano sul paesaggio circostante. Fuori, la pompa di benzina, illuminata da luci brillanti, offriva un conforto visivo ai viaggiatori di passaggio.

Il paesaggio attorno all’autogrill era tipico della regione: vasti campi coltivati si estendevano fino all’orizzonte, intervallati da piccole aree di boschi e corsi d’acqua che serpeggiavano attraverso la campagna. Di notte, questi dettagli erano avvolti nell’oscurità, ma il chiarore della luna piena disegnava contorni argentei sulle distese pianeggianti, creando un quadro tranquillo e quasi onirico.
L’interno dell’autogrill era un’oasi di calore e di vita. Il bancone del bar, situato al centro del locale, era un punto di ritrovo per viaggiatori di ogni sorta. La macchina del caffè ronzava dolcemente, diffondendo nell’aria l’aroma invitante del caffè appena fatto. Scaffali ben forniti offrivano una varietà di snack e bevande, mentre un piccolo angolo con tavolini e sedie forniva uno spazio per riposarsi e rifocillarsi.
Mentre Luca faceva rifornimento, la signora Reggiani restò seduta nell’auto, guardando verso il negozio dell’autogrill. All’interno, alcuni viaggiatori solitari si muovevano stancamente tra gli scaffali, cercando un caffè o uno snack per rinvigorirsi.
“Luca, vado a prendere un caffe” disse la madre di Sofia.
Nel locale semi-vuoto, l’attenzione della signora Reggiani fu catturata da due giovani uomini ad un tavolo vicino al bancone del caffè.
Uno di loro, Simone, era un ragazzo particolarmente attraente, sui 35 anni. Aveva un fisico muscoloso, evidente anche sotto la maglietta aderente che indossava, ma ciò che più colpiva era la sua testa, sorprendentemente sproporzionata rispetto al resto del corpo, quasi come se appartenesse a qualcuno di molto più grande.
L’altro, Tommaso, aveva un aspetto che ricordava il protagonista di “Black Mass – L’ultimo gangster”, il film del 2005. Il suo volto era caratterizzato da lineamenti decisi e un po’ aspri, con occhi penetranti che sembravano scrutare l’ambiente circostante con una miscela di curiosità e cautela. I suoi capelli erano corti e ordinati, aggiungendo un tocco di rigore al suo aspetto. Pur essendo più giovane, emanava un’aria di maturità e di un certo vissuto che lo faceva sembrare più grande della sua età.
La sua presenza nell’autogrill, accanto al più muscoloso e sproporzionato Simone, creava un contrasto interessante, quasi come se fossero due personaggi usciti direttamente dalla scena di un film.
Mentre la signora Reggiani si avvicinava al banco del caffè, i due ragazzi la notarono.
“Serata difficile, signora ?” chiese Simone con un sorriso cordiale, cercando di instaurare una conversazione leggera.
La signora Reggiani sorrise debolmente in risposta. “Sì, una di quelle notti lunghe e complicate” rispose, cercando di mantenere un tono neutro.
Tommaso, intuendo che qualcosa non andava, aggiunse con una nota di preoccupazione: “Spero che non sia nulla di grave. A volte, un buon caffè può fare miracoli.”
“È… è qualcosa di personale” disse la signora Reggiani, accettando il caffè. “Sto cercando mia figlia, è scomparsa e… beh, è una lunga storia.”
Simone e Tommaso si scambiarono uno sguardo di sorpresa e preoccupazione. “Mi dispiace sentire questo” disse Simone con sincerità. “Se c’è qualcosa che possiamo fare per aiutare…”
La signora Reggiani scosse la testa. “Grazie, ma stiamo già seguendo una pista. Speriamo solo di ritrovarla presto” rispose, cercando di nascondere il suo turbamento.
I due ragazzi annuirono con comprensione, offrendo parole di incoraggiamento. “Speriamo che si risolva tutto per il meglio. Se avete bisogno di qualcosa, siamo qui” disse Tommaso, mostrando un sincero spirito di solidarietà.
Dopo aver fatto benzina, Luca entrò nell’autogrill, sentendo il bisogno di un caffè per rischiarare i pensieri e la stanchezza. All’interno, la signora Reggiani stava finendo il suo dialogo con Simone e Tommaso. Luca si avvicinò al bancone del bar, dove una barista, una donna sulla quarantina con un sorriso accogliente, si occupava della macchina del caffè.
“Un caffè, per favore” chiese Luca, cercando di nascondere la tensione della serata.
“Certo, arriva subito” rispose la barista, versando accuratamente l’acqua bollente attraverso il filtro ricco di caffè macinato. La tazza che mise davanti a Luca era di porcellana bianca, pesante e solida al tatto, con il logo “Caffè Diemme” elegantemente stampato in blu e oro. Il caffè, una miscela perfetta di aroma e intensità, si stendeva nella tazza, creando una crema dorata e vellutata in superficie.
Mentre Luca sorseggiava il suo caffè, la signora Reggiani si avvicinò, tenendo in mano la sua tazza. “Questo caffè… è ciò di cui avevamo bisogno” disse, cercando di trovare un po’ di conforto nel piccolo piacere.
Luca, sopraffatto dallo sconforto e dalla necessità di un sollievo immediato, portò la tazza alle labbra senza aspettare che il caffè si raffreddasse. La bevanda bollente gli scottò la lingua e il palato, una sensazione bruciante che lo fece sobbalzare.
“Giuda Ballerino !” mormorò, posando la tazza e passandosi la lingua sulle labbra, cercando di alleviare il dolore.
La barista, avvicinandosi con un’espressione di preoccupazione, chiese: “Tutto a posto? Posso aiutarvi in qualche modo ?”
Luca, non volendo rivelare troppo della loro situazione, rispose con una risposta vaga. “Grazie, stiamo… gestendo una situazione difficile.”
La barista annuì con comprensione, offrendo loro un sorriso di supporto. “Se avete bisogno di qualcosa, sono qui.”
Dopo aver ringraziato la barista, Luca e la signora Reggiani finirono il loro caffè, il dolore da scottatura ancora palpabile per Luca. Con un ultimo sguardo alla tranquillità dell’autogrill, si diressero verso l’auto, pronti a riprendere il loro viaggio notturno, il calore e l’amaro del caffè un piccolo conforto nelle ore oscure che li attendevano.
Prima che potessero riprendere il viaggio, il telefono di Luca squillò. Numero sconosciuto.
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luca