CAPITOLO 25: Ex Grosoli
Luca e la signora Reggiani salirono silenziosamente in macchina, il peso della delusione gravava pesantemente su di loro. Avevano sperato di trovare Sofia, ma l’edificio abbandonato non aveva rivelato alcuna traccia di lei. Luca avviò l’auto, il rumore del motore rompendo il silenzio che li avvolgeva.

“Abbiamo cercato ovunque,” sussurrò la signora Reggiani, la sua voce tremante. “Come possiamo non aver trovato nemmeno un indizio?”
Luca, con l’auto ancora ferma ma tenendo gli occhi sulla strada, rispose con tono stanco, “Ho fatto del mio meglio, signora Reggiani. Mi dispiace. Forse dobbiamo pensare a un altro modo per trovarla.”
“Ma se non è in quel posto, dove può essere?” La disperazione nella voce della signora Reggiani era palpabile. “Sento che stiamo perdendo tempo prezioso.”
“Era l’unica pista che avevamo,” replicò Luca, la frustrazione che serpeggiava nella sua voce. “Ora dobbiamo tornare indietro e pensare a un piano diverso.”
La signora Reggiani si passò una mano sul viso, cercando di trattenere le lacrime. “Non posso… non posso rinunciare a mia figlia,” disse con un filo di voce.
“Non lo faremo,” assicurò Luca, la determinazione che tornava nella sua voce. “Troveremo Sofia, qualunque cosa ci costi.”
Fu in quel momento di tesa riflessione che il telefono di Luca squillò, interrompendo i loro pensieri. Sul display lampeggiava un numero sconosciuto. Con un senso di presagio, Luca rispose, attivando il vivavoce. La voce che risuonò nell’abitacolo era distorta, quasi robotica, spezzando l’atmosfera di sconfitta che si era creata tra di loro.
Il display dell iphone illuminato mostrava un numero sconosciuto.
Con un senso di presagio, Luca rispose, attivando il vivavoce affinché anche la signora Reggiani potesse ascoltare.
La voce distorta e quasi robotica di Alex risuonò nell’abitacolo dell’auto.
“Stai cercando Sofia, vero?” la voce fredda tagliò il silenzio della notte.
La signora Reggiani sussultò, avvicinandosi istintivamente al telefono.
“Sofia, dove è mia figlia ?” la sua voce era un misto di disperazione e rabbia.
“La troverai, ma forse non nel modo in cui speravi” rispose Alex.
Luca sentì montare la rabbia. “Cosa le hai fatto?” gridò, mentre la signora Reggiani afferrava il telefono, come se volesse strappare le parole da Alex.
“Vieni a scoprirlo. Ti aspetto all’ex Grosoli, via Industriale 15 ” Poi, con un click deciso, la chiamata si interruppe.
Luca rimase fermo, il telefono ancora in mano.
La minaccia velata di Alex era chiara: era una trappola.
Ma non potevano ignorarla.
Dovevano scoprire la verità, dovevano trovare Sofia. “Luca, è pericoloso,” disse la signora Reggiani, il timore evidente nella sua voce. “Sì, ma non possiamo ignorare questa possibilità” rispose Luca, fissando lo schermo del telefono dove l’indirizzo appena fornito da Alex continuava a lampeggiare.
“Ex Grosoli, un’area industriale abbandonata… quel posto ha una brutta fama.”
Dopo che la chiamata con Alex si interruppe bruscamente, la signora Reggiani si rivolse a Luca, la sua voce tremante. “Luca, cosa facciamo? Quell’indirizzo… è un posto pericoloso.”
Luca, con determinazione nei suoi occhi, prese il suo iPhone. “Non possiamo ignorare questa possibilità” disse, mentre le sue dita scorrevano velocemente sullo schermo, aprendo Google Maps. Inserì l’indirizzo fornito da Alex: “Ex Grosoli, via Industriale 15.”
La voce elettronica del navigatore di Google Maps risuonò nell’auto: “Inizio navigazione verso Ex Grosoli, via Industriale 15. Arriverete a destinazione in circa 45 minuti.”
Mentre l’auto prendeva velocità, la signora Reggiani guardò fuori dal finestrino, l’ansia evidente sul suo viso. “Questa potrebbe essere la nostra unica possibilità di trovare Sofia” disse Luca, cercando di trasmettere un po’ di coraggio.
La voce del navigatore forniva indicazioni chiare e Luca seguiva attentamente, guidando attraverso le strade buie. Il tempo sembrava dilatarsi mentre si avvicinavano al loro destino, ogni minuto un passo in più verso l’ignoto.
La signora Reggiani guardò fuori dal finestrino, il suo sguardo perduto nel buio che avvolgeva la strada. “È stato un luogo di problemi per anni, da quando è stato abbandonato. Ma se c’è anche la più remota possibilità che Sofia sia là…”
“Sì, dobbiamo andare” disse Luca, la decisione che si rafforzava nonostante il pericolo che avvertiva. “Ma dobbiamo essere estremamente cauti. Non sappiamo cosa ci aspetta.”
La signora Reggiani annuì, la sua espressione tesa ma determinata. “Non posso stare seduta a non fare nulla mentre mia figlia potrebbe essere in pericolo.”
Luca guidava l’auto, dirigendosi verso l’indirizzo indicato. Ogni chilometro che percorrevano aumentava la tensione nell’aria.
La signora Reggiani rimase in silenzio per gran parte del viaggio, i suoi pensieri chiaramente rivolti a Sofia. La tensione nell’auto era palpabile, e solo la voce del navigatore rompeva il silenzio, ricordando loro che il momento della verità si avvicinava sempre di più.
L’ex Grosoli si trovava alla periferia della città dove abitavano, un’area desolata e silenziosa, dove le strutture industriali abbandonate si stagliavano come spettri contro il cielo notturno.
Arrivati in prossimità dell’area, Luca parcheggiò l’auto in un punto strategico, da cui potevano osservare senza essere visti. “Rimanga qui” disse alla signora Reggiani. “Se vede qualcosa di sospetto, o se non torno entro un’ora, chiami la polizia.”
“No, Luca, vengo con te” insistette la signora Reggiani, la sua voce ferma. “Sofia è mia figlia. Devo esserci.”
Insieme, si avviarono con cautela verso il complesso industriale, i loro sensi all’erta.
L’atmosfera era carica di un’energia oscura, e ogni ombra sembrava nascondere potenziali pericoli. Ma la determinazione di trovare Sofia e svelare i segreti celati nell’ex Grosoli guidava ogni loro passo nel cuore oscuro della notte.
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luca