Auguri ! Oggi è San Valentino.
Una data che per molti significa cioccolatini, fiori e cene a lume di candela.
Per altri, invece, è solo una trovata commerciale utile giusto per impennare le vendite di peluche con cuoricini.

Per me, quest’anno, ha un sapore completamente diverso.
È il primo San Valentino da genitori, il primo con Allegra e Beatrice che dormono ( o meglio, non dormono ) tra noi, riempiendo ogni spazio della nostra casa e dei nostri cuori.
L’origine di San Valentino: un vescovo ribelle e il business dell’amore
Se ci pensiamo, l’origine della festa è piuttosto affascinante.
San Valentino era un vescovo che, secondo la leggenda, sposava in segreto giovani coppie innamorate, sfidando il divieto dell’imperatore romano Claudio II.
Quest’ultimo, convinto che i soldati celibi fossero più valorosi in battaglia, aveva proibito i matrimoni tra giovani uomini, ma Valentino non si piegò al decreto.
Continuò a celebrare unioni clandestine finché non fu scoperto e condannato a morte il 14 febbraio del 269 d.C.
Ma la storia non finisce qui.

Si racconta che mentre era in prigione, Valentino strinse amicizia con la figlia cieca del suo carceriere.
Prima della sua esecuzione, le scrisse un biglietto firmandolo “dal tuo Valentino“, e la ragazza, leggenda vuole, riacquistò miracolosamente la vista.
Questo piccolo gesto di affetto potrebbe essere all’origine della tradizione degli scambi di bigliettini d’amore.
Da lì in poi, la figura di San Valentino si legò al concetto di amore romantico, ma fu solo nel Medioevo che divenne una vera celebrazione.
Geoffrey Chaucer, nel XIV secolo, scrisse un poema in cui collegava il 14 febbraio alla stagione degli accoppiamenti degli uccelli, e da quel momento la festa prese piede.
Poi, nel Novecento, arrivarono le cartoline, i cioccolatini, le pubblicità martellanti… ed eccoci qui, in un tripudio di cuori e zucchero.
Un vero ribelle del romanticismo ! Peccato che da gesto nobile si sia trasformato, nei secoli, in una maratona di regali, cene e pubblicità che ti fanno sentire un mostro se non regali almeno un mazzo di fiori.
La nostra strategia anti-pienone (fallita clamorosamente)
Io e Martina abbiamo sempre avuto una strategia per evitare il delirio di San Valentino:
festeggiare il giorno prima.
Facile, no ?
Così niente ressa nei ristoranti, niente camerieri stressati, niente menu fissi a prezzi da capogiro.
Un piano perfetto… fino a quando non è arrivato il Covid.
Era il primo anno di riapertura, e noi, ingenui e speranzosi, abbiamo pensato:
“Ma chi vuoi che ci sia? Andiamo sui Colli Euganei, sarà deserto!”.
Mai errore fu più grande.
Tutto prenotato, ristoranti pieni fino all’ultimo tavolo.
Abbiamo vagato affamati come due pellegrini, finendo infine in un pub (dove abbiamo mangiato bene e bevuto il piave ) a Vo’ Euganeo, famosa zona rossa da cui partì il primo focolaio in Veneto.
Romantico, vero ?
Inutile dire che Martina era molto arrabbiata. qui in basso foto del momento.

Il nostro San Valentino più autentico
Oggi, però, San Valentino ha un significato tutto nuovo.
Non è più solo fatto di gesti romantici, ma anche di notti in bianco, di mani che si sfiorano mentre cerchiamo di calmare due neonate, di sorrisi stanchi ma pieni di complicità.
È un amore più concreto, più vissuto, meno spettacolare ma infinitamente più profondo.
Quest’anno non ci sarà una cena fuori, e va benissimo così.
Ci sarà un abbraccio rubato tra un cambio pannolino e una poppata, uno sguardo che dice “ce la stiamo facendo”.
E alla fine, forse, questo è il San Valentino più autentico che abbia mai vissuto.
Auguri e Buon San Valentino a voi !!!
