Ragazzi, questa notte è successa una cosa molto seria tra due paesi lontani ma importantissimi: India e Pakistan.
Da appassionato di notizie internazionali, mi sono ritrovato incollato allo schermo per capire cosa stesse succedendo.
Vi racconto in modo semplice e diretto cosa è accaduto, perché questi due paesi litigano da così tanto tempo, quali rischi ci sono per tutti noi e come potrebbe evolvere la situazione.
Prepariamoci, perché è un tema tosto ma cercherò di spiegarlo in parole semplici.
Gli scontri della notte tra il 6 e il 7 maggio
Nella notte tra il 6 e il 7 maggio 2025 è esploso uno scontro militare gravissimo tra India e Pakistan. L’India ha lanciato diversi attacchi missilistici colpendo zone in Pakistan e nel Kashmir controllato dal Pakistan.
Immaginate i boati nel cuore della notte: questi missili hanno centrato vari obiettivi che, secondo l’India, erano campi di gruppi terroristi.
Subito dopo, lungo il confine (la famosa Linea di Controllo in Kashmir) sono iniziati intensi scontri a fuoco e bombardamenti da entrambe le parti. In poche ore la situazione è degenerata: artiglieria pesante, spari e caos lungo gran parte del confine.

L’attacco indiano è stato giustificato da Nuova Delhi come rappresaglia per un grave attentato recente. Un mese fa, infatti, c’era stato un attacco terroristico in Kashmir (sotto controllo indiano) in cui erano morti 26 pellegrini hindu.
L’India accusa un gruppo estremista basato in Pakistan di quella strage e ha deciso di “andare a colpire i terroristi a casa loro” per prevenire altri attentati. Così, con un’operazione a sorpresa durante la notte, ha bombardato quelli che definisce campi di addestramento dei terroristi sul suolo pakistano.
Il Pakistan ha reagito duramente. Da Islamabad (la capitale pakistana) hanno condannato l’attacco chiamandolo “un atto di guerra”. L’esercito pakistano ha subito risposto aprendo il fuoco sul confine e, secondo i loro portavoce, ha abbattuto anche alcuni aerei da caccia indiani durante gli scontri notturni. (L’India non ha confermato ufficialmente di aver perso aerei, ma fonti locali parlano di almeno 3 jet indiani precipitati).

Purtroppo ci sono vittime civili da entrambe le parti: il Pakistan denuncia che i missili indiani hanno ucciso almeno una ventina di persone innocenti (colpendo perfino una piccola moschea), mentre l’India riferisce di almeno una decina di civili uccisi dai colpi di artiglieria pakistani nel proprio territorio. Insomma, nel giro di poche ore la tensione tra i due paesi è schizzata alle stelle, con morti e feriti da entrambi i lati.
Per farvi capire quanto è grave la situazione:
si tratta dei peggiori scontri tra India e Pakistan da oltre vent’anni. Due potenze nucleari che si bombardano e si sparano addosso in piena notte fanno davvero paura.
Ma come si è arrivati a tutto ciò ? Perché India e Pakistan sono nemici da così tanto tempo ? Facciamo un passo indietro nella storia per capirlo meglio.

Perché il conflitto tra India e Pakistan dura da decenni
India e Pakistan una volta erano parte dello stesso paese. Fino al 1947, tutta la regione del subcontinente indiano era sotto il dominio coloniale britannico. Quando l’India ottenne l’indipendenza dai britannici, il territorio venne diviso in due stati: da una parte l’Unione Indiana (a maggioranza induista) e dall’altra il Pakistan (a maggioranza musulmana). Questa separazione, chiamata partizione dell’India, fu traumatica: milioni di persone dovettero spostarsi (i musulmani verso il Pakistan, gli hindu verso l’India) e ci furono violenze terribili in quel periodo. Insomma, India e Pakistan nascono già nel segno del conflitto.
Subito dopo la partizione, scoppia il primo litigio per la regione del Kashmir. Il Kashmir era (ed è tuttora) una regione particolare: a maggioranza musulmana, ma governata allora da un maharaja induista che decise di aderire all’India. Pakistan non l’accettò e ne venne fuori una guerra nel 1947-48, finita con il Kashmir spezzato in due: una parte sotto controllo indiano e una sotto controllo pakistano, divise dalla Linea di Controllo. Da allora il Kashmir è il nodo centrale del conflitto tra i due paesi, perché entrambe lo rivendicano interamente. Pensate: India e Pakistan hanno già combattuto diverse guerre nella loro storia (nel 1947-48, nel 1965, nel 1971) e molti altri scontri minori, e due di queste guerre erano proprio per il Kashmir. Nel 1999 c’è stato un altro conflitto armato in Kashmir (la cosiddetta guerra di Kargil).
Ogni volta il risultato è stato lo stesso: nessuno vince davvero e l’odio reciproco aumenta.

Negli anni il rapporto tra i due paesi è rimasto tesissimo. Entrambi hanno sviluppato armi nucleari (l’India dal 1974, il Pakistan dal 1998), il che fa sì che una vera guerra aperta faccia paura a tutto il mondo. Spesso però il conflitto tra loro si manifesta in altri modi: attentati terroristici, incursioni e schermaglie di frontiera. In particolare, il Kashmir indiano è stato tormentato da una ribellione armata dagli anni ‘80 ad oggi. L’India accusa il Pakistan di sostenere (segretamente) i gruppi armati e terroristi che agiscono in Kashmir e in altre parti dell’India. Dal canto suo, il Pakistan nega di supportare il terrorismo e anzi accusa l’India di opprimere brutalmente la popolazione musulmana del Kashmir. Questa dinamica di accuse reciproche va avanti da decenni. Attentati come quello recente contro i turisti hindu in Kashmir (che ha scatenato l’ira indiana) non sono purtroppo una novità: ad esempio, nel 2008 ci fu l’attacco terroristico di Mumbai, e nel 2019 un altro attentato in Kashmir causò un grave confronto tra i due paesi. Ogni volta la tensione si riaccende.
Riassumendo: India e Pakistan sono nemici storici sin dalla nascita, principalmente a causa della divisione religiosa (Hindu vs Musulmani) e della contesa sul Kashmir. Hanno combattuto guerre, si sono confrontati su ogni campo (anche nello sport sono rivalissimi!) e purtroppo non hanno mai davvero risolto le loro dispute. Questo spiega perché basta una scintilla (come un attentato o un incidente di frontiera) per far riesplodere il conflitto, proprio come è accaduto stanotte.
Perché questo conflitto preoccupa il mondo intero
Forse vi chiederete:
“Ok, ma è una cosa tra India e Pakistan… perché tutti nel mondo ne parlano preoccupati?”
Il motivo principale è che sia l’India che il Pakistan hanno la bomba atomica. Significa che se questo conflitto andasse fuori controllo, potrebbe addirittura degenerare in una guerra nucleare – uno scenario da incubo per l’umanità. Stiamo parlando di due eserciti enormi (parliamo di milioni di soldati in totale) e centinaia di testate nucleari complessive. Una guerra totale tra India e Pakistan causerebbe milioni di morti immediatamente e avrebbe conseguenze catastrofiche anche per il resto del pianeta (pensate alle radiazioni nucleari e al caos globale). È per questo che ogni volta che India e Pakistan iniziano a farsi la guerra, il mondo trattiene il fiato.

Inoltre, India e Pakistan sono in una posizione strategica delicata: si trovano in Asia, vicino ad altri grandi paesi come Cina, Russia, Iran. Un conflitto lì potrebbe destabilizzare l’intera regione. Per esempio, l’Afghanistan (vicino al Pakistan) potrebbe essere travolto da nuove violenze, o la Cina potrebbe irrigidirsi dato che è alleata del Pakistan e contemporaneamente rivale dell’India. L’instabilità si propagherebbe: pensa ai rifugiati in fuga da una zona di guerra, o all’economia globale (sia India che Pakistan hanno centinaia di milioni di abitanti e un conflitto paralizzerebbe commerci, mercati e trasporti aerei in tutta l’Asia). Non a caso, stamattina le borse finanziarie di India e Pakistan hanno avuto un tonfo per la paura della guerra, e alcune compagnie aeree hanno sospeso i voli sulla zona. Insomma, le ripercussioni si fanno sentire ovunque.
Per tutti questi motivi, la comunità internazionale sta reagendo immediatamente. I leader di tutto il mondo stanno lanciando appelli alla calma. Gli Stati Uniti, ad esempio, sono intervenuti chiedendo moderazione: il Presidente americano Donald Trump ha definito la situazione “una disgrazia” e ha detto che spera finisca presto (ha pure fatto chiamare i consigliere per la sicurezza di India e Pakistan per invitarli a darsi una calmata). L’ONU attraverso il suo Segretario Generale ha chiesto a entrambi i paesi di usare la massima moderazione e di evitare ulteriori passi che possano aggravare la crisi. Anche Cina e Russia (che, ricordiamolo, sono vicine geografiche e politiche dei due paesi) hanno invitato India e Pakistan a fermarsi prima che sia troppo tardi. In pratica tutto il mondo sta guardando con il fiato sospeso e spera che i due nemici si fermino qui, senza andare oltre.
Tre possibili scenari per il futuro

A questo punto, la grande domanda è: cosa succederà adesso? Nessuno può prevederlo con certezza, ma possiamo immaginare tre possibili scenari futuri, dal migliore al peggiore:
- Scenario positivo – “de-escalation” (si abbassano i toni): In questo scenario ideale, le due parti decidono di fermarsi qui. Magari grazie alle pressioni internazionali o alla paura delle conseguenze, India e Pakistan smettono subito gli scontri. Si dichiarano soddisfatti di aver “dato un segnale” e non proseguono con altre azioni militari. In pratica si abbassa la tensione: i leader potrebbero anche avviare qualche dialogo dietro le quinte per evitare nuovi incidenti. Sarebbe il caso migliore: il conflitto si “raffredda” e, pur rimanendo la rivalità, almeno non si continua a combattere nei prossimi giorni. Tutti tirerebbero un sospiro di sollievo.
- Scenario neutro – conflitto congelato: Qui non abbiamo né pace vera né guerra aperta su larga scala. Significa che dopo questi scontri iniziali, nessuno dei due fa un passo ulteriore, però la tensione rimane altissima. In pratica il conflitto si congela: India e Pakistan interrompono i combattimenti più intensi, magari dichiarano un cessate-il-fuoco, ma rimangono sul piede di guerra. Le truppe restano ammassate al confine, pronte a tutto, e potrebbero continuare piccole scaramucce sporadiche (qualche colpo di mortaio, sparatorie isolate). Questo scenario è “neutro” perché evita un’escalation immediata, però mantiene la situazione pericolosa. È un po’ come mettere la polvere sotto il tappeto: la crisi rimane irrisolta e potrebbe riesplodere di nuovo al prossimo incidente. Non si combatte una guerra totale, ma la pace vera è lontana.
- Scenario negativo – guerra totale: È lo scenario che tutti temono e che dobbiamo sperare di evitare assolutamente. In questo caso, le provocazioni continuano e sfociano in una guerra vera e propria tra India e Pakistan. Immaginate attacchi e contrattacchi a catena: il Pakistan potrebbe reagire ai missili indiani con un’offensiva militare (ad esempio inviando truppe o lanciando propri missili contro l’India), e l’India risponderebbe con ancora più forza. Si entrerebbe in un circolo vizioso di violenza sempre maggiore. Da un conflitto limitato si passerebbe a una guerra aperta su più fronti: aviazione, esercito, marina… Entrambi i paesi hanno forze armate imponenti e ben equipaggiate. All’inizio sarebbe una guerra convenzionale (armi “normali”), ma se uno dei due iniziasse a perdere o a sentirsi con le spalle al muro, potrebbe arrivare a usare l’arma nucleare. Uno scambio nucleare sarebbe catastrofico: città intere distrutte, milioni di morti, e effetti devastanti sull’ambiente e sul clima mondiale. Anche senza arrivare al nucleare, una guerra totale tra India e Pakistan farebbe comunque un numero enorme di vittime e potrebbe trascinare altri paesi nel caos. Insomma, sarebbe il peggior incubo possibile, qualcosa che cambierebbe il mondo in peggio. È uno scenario estremo, sì, ma non impossibile se la situazione sfugge di mano. Ecco perché tutti insistono affinché non si arrivi a questo punto.

Siamo quindi in un momento davvero delicato.
Io, come molti, spero vivamente nello scenario positivo – che prevalga il buon senso e che India e Pakistan fermino questa escalation prima che sia troppo tardi.
Purtroppo la loro rivalità è lunga e complicata, ma la pace è l’unica via per evitare sofferenze immani (sia per loro che per il resto del mondo).
Incrociamo le dita e speriamo che la notte di missili rimanga un episodio isolato e non l’inizio di qualcosa di molto peggiore.