La Risonanza Magnetica da dentro la macchina

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Immagina che io (il tuo corpo) venga fatto salire su un lettino e inserito dentro un grande “tubo” magnetico. Tu ti sdrai e rimani fermo, respirando (se ti viene chiesto) e cercando di stare il più immobile possibile. Intorno a me c’è un campo magnetico potente, molto più forte di quello terrestre, ma tranquillo, non è pericoloso in sé.

Poi arrivano impulsi a radiofrequenza, e ascolto. Il mio “interno” reagisce con segnali debolissimi che la macchina registra. Alla fine, queste decine di impulsi, segnali, variazioni, vengono elaborate da un computer che costruisce immagini: “foto” interne del mio corpo, da cui si può vedere tessuto normale, infiammazioni, tumori, vasi sanguigni, ecc.

Durante l’esame si sente rumore: “bam, bam, bzzzzz”, e ogni tanto vengo spostato un po’ avanti o indietro da piccoli movimenti del lettino. Non fa male.

A volte, se devo “vedere meglio” alcune zone, mi viene iniettato un liquido (un agente di contrasto) che mi rende più “luminoso” in certe zone (ma ne parleremo tra poco).

Alla fine, esco dal “tubo” e torno alla mia normalità.

Ma come funziona tecnicamente

Ecco un’analogia semplice:

  • Nel mio corpo ci sono tanti atomi di idrogeno (nei tessuti, nell’acqua, nei liquidi). Ognuno ha un nucleo che fa un piccolo “spin” magnetico.
  • Quando mi infilano dentro il magnete, quegli spin si “allineano” un po’ come spilli che si mettono dritti in un campo magnetico (non tutti perfettamente, ma con una leggera preferenza).
  • Poi, la macchina emette onde radio (a frequenze precise). Queste “scuotono” gli spin, che si spostano e si “eccitano”.
  • Quando si spegne l’impulso radio, gli spin tornano al loro “equilibrio”. Nel farlo, rilasciano energia sotto forma di un segnale radio piccolissimo. Questi segnali vengono captati.
  • Grazie a gradienti magnetici (cioè variazioni del campo magnetico con intensità diversa in punti diversi), la macchina riesce a sapere da quale zona del corpo proviene ogni segnale.
  • Infine il computer “decodifica” tutto e “illumina” le zone che riflettono più o meno segnale, generando l’immagine.

In pratica: “scossa” con onda radio → atomi reagiscono → rilasciano segnale → macchina rileva → parte grafica lo trasforma in immagine.

Con vari tipi di sequenze (cioè modi diversi di “scuotere” e “ascoltare”) si possono evidenziare diverse proprietà dei tessuti: acqua, grasso, edema, flusso di sangue, ecc.

Questa tecnica non usa radiazioni ionizzanti (come i raggi X). Non “bombarda” il corpo con particelle, ma sfrutta i campi magnetici e le onde radio

E l’agente di contrasto ? Cosa succede quando me lo iniettano

A volte, per vedere meglio alcune parti (vasi, tumori, lesioni, zone con scarsa vascolarizzazione), viene introdotto un liquido speciale tramite un’iniezione venosa: l’agente di contrasto (di solito a base di gadolinio).

Ecco cosa succede dentro di me in quel momento:

  1. Arriva l’agente
    Viene iniettato in vena, entra nel sangue, circola.
  2. Influenza i tempi di rilassamento
    L’agente non fa “brillare” direttamente, ma agisce sui miei atomi di idrogeno vicini: modifica quanto velocemente gli spin tornano al loro stato normale (l’attività di “rilassamento”). In particolare accorcia il tempo chiamato T₁ (relaxation), rendendo alcune zone più luminose in immagini che usano sequenze “pesate T₁”.
    In sostanza, dove c’è l’agente di contrasto, il segnale diventa più forte rispetto a dove non c’è.
  3. Risalta determinate zone
    Le zone con maggiore vascolarizzazione, le aree “anomale” (tessuti tumorali, zone con permeabilità vascolare alterata) tendono a “prendere” il contrasto e quindi appaiono più evidenti rispetto al tessuto circostante. Si può così distinguere meglio cosa è sano e cosa no.
  4. Viene eliminato
    Dopo un po’, l’agente viene smaltito — di solito dai reni — e lascia gradualmente il mio corpo. In soggetti con funzione renale normale, non rimane a lungo.

L’obiettivo è “contrasto” migliore: rendere più visibili le differenze tra i tessuti che altrimenti sarebbero tutti simili nella “luminosità” dell’immagine.

Cosa sento io, il tuo corpo, durante tutto questo

  • Non avverto il campo magnetico: non è dolore, né una forza che mi spinge, almeno in condizioni normali (niente metalli, niente oggetti ferromagnetici nel corpo).
  • Non percepisco le onde radio: sono basse potenze e non dannose.
  • Sento il rumore della macchina (scatti magnetici, cambi di corrente, ecc.).
  • Se mi viene iniettato il contrasto, posso sentire fastidio al momento dell’iniezione, caldo, oppure un sapore metallico, ma niente di troppo doloroso (dipende da persona a persona).
  • Potrei percepire un leggero riscaldamento locale se la macchina funziona al limite e proprio per questo ci sono controlli di sicurezza e limiti impostati.

Se ci pensi, durante una risonanza sei come una macchina da corsa al pit stop: ti infilano nel box, senti rumori assurdi, e nel frattempo meccanici invisibili ti fanno il check-up completo.

Solo che al posto della benzina ti danno il gadolinio e al posto delle gomme nuove ti porti a casa un cd pieno di immagini.

Se questa non è scienza !!!

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