Addio MTV Music (chiude il 31/12/25)

C’era un tempo in cui la musica non si ascoltava soltanto: si guardava su MTV.
Era la fine degli anni Novanta, e MTV era la finestra aperta sul mondo.

Bastava accendere la televisione per trovarsi catapultati tra colori, videoclip, classifiche e interviste che avevano il sapore di libertà.
Non servivano algoritmi o abbonamenti: la musica arrivava da sola, a sorpresa, scelta da altri per te, e spesso ti restava dentro.

Oggi invece arriva la notizia: MTV Music chiude, anche in Italia.
L’ultimo canale musicale di un marchio che ha segnato intere generazioni.
Un epilogo annunciato, forse inevitabile, ma che fa comunque male a chi quella stagione l’ha vissuta in prima persona.

La generazione che “guardava” la musica

Faccio parte di quella generazione nata tra la metà degli anni ’80 e i primi ’90.
Quella che dopo scuola accendeva MTV e si perdeva nei video dei Red Hot Chili Peppers, dei Blink182 o di Britney Spears.
Era il tempo in cui un videoclip poteva cambiarti la giornata.
Ogni canzone aveva una storia, ogni storia aveva un volto, e ogni volto un’emozione.

MTV non era solo un canale: era una palestra culturale.
Ti insegnava l’inglese, la moda, il ritmo, la ribellione. Ti faceva sentire parte di qualcosa di più grande.

Poi, lentamente, tutto è cambiato: sono arrivati i reality, i format fotocopia, le serie americane riciclate. E la musica ha cominciato a sparire, un videoclip alla volta.

Dallo zapping all’algoritmo

Il declino non è stato solo televisivo, ma generazionale.
Abbiamo smesso di “aspettare” una canzone.
Con YouTube prima, Spotify poi, e oggi con TikTok, la musica si è frammentata, compressa, semplificata.
Ora non scopriamo più un artista per caso, ma perché un algoritmo ha deciso che ci “piacerà”.

La libertà di scelta è diventata un’illusione confezionata su misura.
E nel frattempo abbiamo perso qualcosa di più grande: la lentezza, la scoperta, la curiosità.
MTV Music era l’ultimo presidio di quel modo di vivere la musica, più umano e meno digitale.

Un mondo che non si ferma più

Capisco la logica economica dietro alla decisione di Paramount Skydance: costi troppo alti, pubblico troppo disperso, ricavi troppo bassi.
Ma dietro la logica resta il vuoto.
Oggi la musica è diventata un consumo individuale, solitario. Ognuno ha la propria playlist, il proprio momento, il proprio “skip”.

Una volta invece c’era un tempo condiviso.
Lo stesso video lo vedevamo tutti, nello stesso momento.
Ne parlavamo a scuola, in chat, o sotto casa. Era un rito collettivo.
Ora la musica ci accompagna, ma non ci unisce più.

Quando la musica smette di guardarci negli occhi

Non voglio fare il nostalgico – la tecnologia evolve e bisogna accettarlo – ma c’è una domanda che mi resta in testa:
quando la musica ha smesso di guardarci negli occhi ?

Forse nel momento in cui abbiamo smesso di fermarci ad ascoltare davvero.
Abbiamo sostituito l’attesa con lo scroll, l’emozione con la velocità, l’immaginazione con l’abitudine.
MTV è nata come simbolo di ribellione, ma è morta di algoritmi e numeri.

“Video killed the radio star” cantavano nel primo videoclip trasmesso da MTV.
Oggi potremmo aggiungere: lo streaming ha ucciso il videoclip.
E forse, insieme a lui, un pezzetto della nostra capacità di emozionarci davvero.

Ciao MTV. Ti voglio bene.

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