Avete mai avuto una di quelle giornate così storte che sembrano disegnate da Picasso in persona ? Ecco, oggi è stata una di quelle.
Mi sono svegliato e, qualcosa deve essere andato storto, ho sbagliato piede, ma non quello solito: proprio quello che uso per scendere dal letto.
Risultato ? Una fitta al pube e un atterraggio degno delle Olimpiadi del disastro mattutino.
La giornata prosegue e, appena arrivo al lavoro, scopro che ho perso la chiavetta del caffè.
Guardo disperato la macchinetta che mi osserva con aria sarcastica, per chiunque abbia ancora la sua preziosa chiavetta caffè lungo convenzionato, mentre per me a 0,59 cent. Drammatico.

“Hakuna matata”, mi dico sorridendo (con una smorfia molto simile a quella di un criceto stressato), mentre provo inutilmente a cercare la mia chiavetta nelle tasche, nel cassetto e perfino sotto la tastiera del pc.
Ma non è tutto: il computer decide che oggi è il giorno giusto per aggiornarsi per ben venti minuti. Guardo la schermata che gira con infinita lentezza e penso che forse la tecnologia vuole soltanto insegnarmi a rallentare.
“Hakuna matata”, mormoro ancora, stavolta più convinto.
Alla metà della giornata, riflettendo su tutte queste improbabili coincidenze, mi rendo conto che forse è proprio in giornate così storte e vuote che si trova il vero divertimento.
In fondo, senza giornate assurde non avrei avuto nulla di buffo da raccontare.
E allora, amici miei, brindiamo alle giornate storte, perché sono loro che ci ricordano di non prenderci troppo sul serio e di trovare il tempo per noi.
Hakuna matata sempre e viva Picasso !
Dove caxxo avrò messo la chiavetta del caffè.