Quando ho letto la notizia, ho sentito come un piccolo vuoto dentro. Non era solo il capo della Chiesa ad andarsene, era una guida, una voce che – con tutti i suoi limiti umani – ci indicava una strada, ci ricordava il Vangelo, ci accompagnava nella fede.
“Morto un Papa se ne fa un altro”, si dice.
Una frase che suona quasi cinica, burocratica. Eppure è vera. Perché la Chiesa è viva, e lo Spirito soffia dove vuole, anche nei momenti di lutto.
Ma oggi, prima ancora di pensare a chi verrà dopo, mi fermo.

Per me, ogni Papa ha rappresentato qualcosa.
Giovanni Paolo II, il pontefice della mia infanzia: il gigante della fede, il viaggiatore instancabile, il testimone della croce fino alla fine.
Benedetto XVI, con la sua mente brillante e il coraggio silenzioso di farsi da parte.
E poi Francesco, con la sua voce ruvida ma piena di misericordia, capace di scuotere e di abbracciare, di ferire un po’ l’orgoglio per svegliare il cuore.
Non so chi leggerà queste parole, ma sento di doverle scrivere. Perché in questi momenti la fede si fa anche memoria e raccoglimento. Non servono troppe parole. Serve solo la preghiera, quella semplice, quella che si fa in silenzio davanti a un crocifisso o accendendo una candela.
Il Papa è morto.
Quando muore un Papa, la prima reazione, per molti di noi, è emotiva. Ma dietro al dolore e alla preghiera c’è anche un rito antico, strutturato, regolato da norme precise. Io ho voluto capire come funziona davvero l’elezione del nuovo pontefice.
1. La sede è vacante (“Sede vacante”)
Il primo passo è la declaratio ufficiale della morte del Papa. Quando un pontefice muore, non c’è un successore automatico: la Chiesa entra in un periodo chiamato “sede vacante”. In questo periodo:
- Tutti i capi dei Dicasteri (cioè i “ministeri” del Vaticano) decadono, tranne il Camerlengo e il Penitenziere Maggiore.
- Il Camerlengo, una figura chiave, prende in mano la gestione temporanea del Vaticano.
2. Il ruolo del Camerlengo
Il Camerlengo ha una responsabilità enorme. È lui che:
- Verifica ufficialmente la morte del Papa.
- Sigilla gli appartamenti papali.
- Organizza i funerali e coordina i preparativi per il Conclave.
- Amministra gli affari ordinari della Chiesa, ma non può decidere nulla di straordinario o dottrinale.
3. I funerali del Papa
I funerali del Papa durano generalmente 9 giorni (le cosiddette novendiali), e sono accompagnati da celebrazioni eucaristiche quotidiane. L’evento clou è la messa esequiale in Piazza San Pietro, alla presenza di cardinali, capi di Stato, delegazioni religiose.
4. La convocazione del Conclave
Dopo i funerali, tocca ai cardinali sotto gli 80 anni. Sono loro, e solo loro, a essere chiamati a Roma per eleggere il nuovo Papa. Ecco cosa succede:
- Si incontrano in una serie di riunioni preliminari chiamate Congregazioni Generali.
- Discutono, pregano, riflettono sui possibili profili adatti a guidare la Chiesa in quel momento.
5. L’ingresso in Conclave
Quando tutto è pronto, si entra in Conclave, parola che deriva dal latino cum clave, “chiuso a chiave”. Letteralmente.
- I cardinali entrano nella Cappella Sistina, dove avviene il voto.
- Sono isolati da tutto il mondo esterno: niente telefoni, niente contatti, nessuna fuga di notizie.
- Giurano solennemente segretezza e fedeltà.
6. Come si elegge il Papa
- Si vota due volte al mattino e due al pomeriggio (quattro scrutini al giorno).
- Per essere eletto, un cardinale deve ottenere almeno i due terzi dei voti.
- Dopo ogni sessione di voto, le schede vengono bruciate. Se non è stato eletto nessuno, dal comignolo della Sistina esce fumo nero (fumata nera). Se invece c’è un Papa, fumo bianco (fumata bianca).
7. L’annuncio: “Habemus Papam”
Quando un cardinale accetta l’elezione, assume un nuovo nome da Papa. Poi si presenta al mondo. Il cardinale protodiacono esce sul balcone centrale della Basilica di San Pietro e pronuncia la formula storica:
“Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!”
Segue il nome del nuovo Pontefice, e il Papa si affaccia per la sua prima benedizione: Urbi et Orbi.
8. Il nuovo inizio
Da quel momento, la Chiesa ha di nuovo una guida visibile. Il Papa comincia ufficialmente il suo pontificato, anche se la messa di inizio ministero avviene solitamente pochi giorni dopo, con un grande rito solenne in San Pietro.

Dietro la frase “morto un Papa, se ne fa un altro”, c’è un mondo.
C’è una macchina antica ma viva, fatta di preghiera, discernimento, tradizione e regole precise.
C’è anche la fiducia che lo Spirito Santo agisca attraverso il Conclave, guidando la scelta del nuovo Pastore della Chiesa.
Io, da credente, non posso che affidarmi a quella guida invisibile.
Perché al di là dei nomi, delle strategie, dei profili, la vera speranza è che il Papa che verrà ci riporti ogni giorno ai nostri valori.