Il teorema della rovina del giocatore: perché la fortuna alla lunga non basta mai

Oggi voglio raccontarvi di una delle leggi non scritte che governa il mondo dei giochi d’azzardo, della finanza, e, se ci pensate bene, un po’ anche della vita il famigerato

“teorema della rovina del giocatore”.

Niente formule astruse, promesso: vi spiego cosa vuol dire davvero e perché, dopo averlo capito, mi guardo bene dall’entrare in una sala slot (e pure dal credere di poter battere la roulette online con qualche “trucchetto”).

La storia dietro il nome

Il teorema della rovina del giocatore ha un nome che è tutto un programma. Immaginatevi la scena: due persone sedute a un tavolo, fiches davanti, regole semplici testa vinci, croce perdi e un capitale iniziale limitato.

Ci si diverte, magari si vince anche qualcosa, ma poi il tempo passa e… sorpresa: uno dei due resta al verde. Sempre.

Non importa se sei un genio della statistica o hai portato il tuo “oggetto fortunato” con te: se giochi abbastanza a lungo e hai risorse finite, prima o poi perderai tutto.

La matematica non perdona.

Ma perché succede?

Provo a spiegarla così: ogni partita è una piccola oscillazione, una salita o una discesa, ma la cosa fondamentale è che le risorse non sono infinite.

Magari vinci dieci volte di fila, magari perdi solo pochi centesimi ogni tanto, ma basta continuare abbastanza a lungo e… tac! Arriva la serie negativa e ti azzera il conto.

Intanto il “banco” – che spesso, guarda caso, ha più fondi di te e magari pure un vantaggio statistico – resta lì, in piedi.

Il succo ? Anche con una probabilità teorica di 50/50, basta la pazienza del tempo (e la finitezza dei tuoi soldi) a garantire che prima o poi la fortuna ti abbandona.

E se il gioco è addirittura “sfavorevole” (come praticamente tutti i giochi dei casinò), la rovina è solo una questione di quando, non di se.

Dove si applica davvero

Ok, non sono un giocatore compulsivo, ma ogni volta che sento qualcuno dire “basta sapere quando fermarsi” o “basta essere fortunati”, mi viene in mente il teorema.

Non vale solo per il tavolo verde: pensate alla borsa, agli investimenti fatti “alla cieca”, al trading con leva finanziaria.

Chiunque rischia in modo sistematico, senza una gestione intelligente del capitale, è destinato prima o poi a schiantarsi contro il muro delle probabilità.

La morale della favola

Dopo aver scoperto questo teorema, ho capito che non basta la fortuna. Serve strategia, consapevolezza, e, soprattutto, bisogna saper accettare che il rischio zero non esiste.

Non è solo questione di “sapere quando smettere”: è capire che il gioco infinito, per chi ha risorse finite, è una trappola matematica.

Quindi, se anche voi siete tentati dal colpo di fortuna, ricordate: la matematica è più forte di qualsiasi superstizione.

E il teorema della rovina del giocatore non perdona… meglio saperlo prima che dopo.

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