14. Qual è stata la decisione più difficile che tu abbia mai dovuto prendere?

Capitolo 14: Verità e Bugia

Quando Luca varcò la soglia del 131, il contrasto tra il freddo della sera e il tepore del locale lo colpì quasi fisicamente. L’atmosfera del pub era densa di conversazioni sommerse e risate soffocate, un miscuglio di voci che si perdevano nel sottobosco di luci soffuse e fumo. La penombra avvolgente del locale sembrava nascondere più di quanto rivelasse, e Luca si sentì come un estraneo in un mondo sotterraneo.

I suoi occhi, abituati all’oscurità, si muovevano rapidamente, scansionando il volto di ogni avventore. E poi lo vide: Alex, isolato in un angolo, la sua figura sembrava emergere dalle ombre, quasi fosse parte dell’arredamento stesso. C’era qualcosa di troppo calcolato nella sua postura, nella maniera in cui le sue mani riposavano sul tavolo.

Alex, notando Luca, si alzò con un sorriso che sembrava disegnato apposta per l’occasione.

Estese la mano in un gesto di saluto, ma Luca percepì in quell’atto una sfumatura di provocazione, un sottile insulto celato sotto la vernice della cortesia.

La rabbia, che aveva covato sotto la superficie durante il tragitto, esplose in un istante. Senza una parola, Luca trasformò il proprio corpo in un’arma, la sua mano destra si chiuse a pugno, caricando tutta la furia e il dolore accumulati. La distanza tra loro si annullò in un battito di ciglia e il pugno di Luca colpì Alex con una violenza inaudita, mirando allo sterno con precisione chirurgica.

Il suono del colpo, sordo e profondo, si mescolò con il frastuono del pub. Alex barcollò all’indietro, colto di sorpresa. Il suo respiro si interruppe per un attimo, il dolore si dipinse sul suo viso mentre si piegava in avanti, cercando di recuperare l’aria che il pugno gli aveva strappato dai polmoni.

In quel momento, la rabbia di Luca era palpabile, quasi tangibile. Non era solo il frutto di un sospetto o di una paranoia, era alimentata da una delusione profonda, da un senso di tradimento che aveva eroso la sua fiducia. Alex, l’uomo che forse nascondeva dietro il suo sorriso una minaccia per Luca e Sofia, ora si trovava di fronte a lui, vulnerabile e sorpreso.

Dopo aver incassato il pugno, Alex rimase sorprendentemente imperturbabile.

Si raddrizzò con una lentezza studiata, quasi teatrale, come se stesse recitando una parte in uno spettacolo ben provato. La sua faccia, appena contratta per il dolore, tornò rapidamente a una calma innaturale, i suoi occhi fissavano Luca con una freddezza che celava un’intensa lucidità. Era come se avesse calcolato ogni possibile esito di quell’incontro, incluso quello di essere colpito.

“Luca, calmati,” disse Alex con una voce che era un misto di fermezza e pacatezza. Le sue parole sembravano scivolare nell’aria con una tranquillità disarmante, contrastando nettamente con la tempesta emotiva che imperversava in Luca. “Non c’entro nulla con quello che ti sta succedendo,” proseguì, il suo tono era quello di qualcuno che cerca di placare una situazione tesa, di riportare il controllo su un dialogo che stava sfuggendo ai binari della razionalità.

Senza attendere una risposta, si spostò dal tavolo e attraversò la stanza con passi misurati e sicuri, dirigendosi verso il banco del pub. L’oste, un uomo corpulento con un grembiule macchiato, i baffi folti neri e un sorriso cordiale, lo accolse con un cenno del capo, come se si conoscessero da tempo. Si avvicinarono l’uno all’altro, e Alex sussurrò qualcosa all’orecchio dell’oste. Quest’ultimo annuì con un’espressione di intesa, quasi come se stessero condividendo un segreto ben noto tra vecchi compagni.

Dopo questo breve scambio, Alex tornò al tavolo con due bicchieri di Hoegaarden. I boccali erano pieni fino all’orlo, la birra color oro brillava sotto le luci soffuse del pub, e la schiuma densa si adagiava sulla superficie come una morbida coperta. Posa i bicchieri sul tavolo con una delicatezza che contrastava con la tensione del momento, quasi a sottolineare l’atmosfera di normalità che stava cercando di ricreare.

Tutto il movimento di Alex, dalla risposta al pugno all’ordinazione delle birre, sembrava far parte di un piano ben orchestrato, un tentativo di guidare la conversazione lontano dalla violenza e verso un dialogo più costruttivo. La sua abilità nel mantenere la calma e nel gestire la situazione era evidente, lasciando Luca con una sensazione di incertezza su come procedere.

Il tempo si era fermato. Luca osservava il boccale di Hoegaarden posto davanti a lui. Il boccale, ampio e robusto, aveva un fascino rustico che rifletteva la tradizione della birra che conteneva. La sua vetrata spessa era leggermente opaca, un effetto che donava alla birra un aspetto quasi mistico, come se nascondesse segreti nei suoi profondi riflessi.

La birra stessa era di un colore dorato pallido, quasi fosforescente, e la schiuma soffice e abbondante si adagiava sulla superficie come una nuvola candida. Bollicine fini e persistenti si alzavano delicatamente dal fondo del boccale, danzando verso l’alto in un lento balletto effervescente.

Luca notò la forma del boccale, progettata per esaltare il bouquet aromatico della birra, una caratteristica distintiva delle Hoegaarden. La larga apertura permetteva di apprezzare appieno il profumo di agrumi e coriandolo, un invito olfattivo che precedeva il piacere del sorso.

Mentre la luce del pub si rifletteva sul liquido dorato, Luca poteva quasi vedere le proprie emozioni riflesse in quel bicchiere: una miscela di turbolenza e calma, di chiarezza e mistero. Quel boccale di birra non era solo una bevanda, era un momento di pausa, un’ancora in mezzo al tumulto dei suoi pensieri e delle sue emozioni.

Alex fissò Luca intensamente, come se stesse per rivelare un segreto che avrebbe potuto cambiare tutto. “Sofia ha problemi molto seri, Luca. Problemi che vanno ben oltre ciò che puoi immaginare. È disturbata, ha una malattia mentale che l’ha resa instabile per molto tempo.”

Luca sentì il suo cuore battere all’impazzata. Sofia, la donna che amava, disturbata ? Era difficile da credere, quasi impossibile da accettare. “Una malattia mentale ?” ripeté, la voce tremante di incredulità e di un timore appena celato.

“Sì,” proseguì Alex con un tono grave. “Sofia ha lottato con questa condizione per gran parte della sua vita. Ha avuto episodi di depressione profonda, ansia paralizzante e, in alcuni momenti, allucinazioni che l’hanno portata a perdere il contatto con la realtà.”

Le parole di Alex risuonavano nella mente di Luca come un echi lontani. Immagini di Sofia, sempre così vivace e piena di vita, si scontravano con la rivelazione di una sofferenza nascosta, di un dolore interiore che Luca non aveva mai visto o compreso.

“La madre di Sofia era disperata,” continuò Alex. “Mi ha assunto per tenerla d’occhio, per assicurarsi che non si cacciasse in guai ancora più grandi. Più volte Sofia ha avuto comportamenti rischiosi, ha preso decisioni impulsive che l’hanno messa in pericolo.”

Luca si sentì come se il terreno gli stesse franando sotto i piedi. La Sofia che conosceva, quella donna forte e indipendente, era in realtà una maschera? Una facciata per nascondere una lotta interiore così angosciosa?

“Perché dovrei crederti?” chiese di nuovo Luca, la sua voce un misto di rabbia e disperazione. “Perché dovresti dirmi tutto questo ora ?”

Alex lo guardò con un misto di compassione e determinazione. “Perché, Luca, tu sei coinvolto. Sofia ti tiene in grande considerazione, e questo la rende vulnerabile. Tu hai il potere di aiutarla, o di farle del male senza nemmeno rendertene conto.”

Le parole di Alex fecero vacillare Luca. La rivelazione che Sofia potesse avere una malattia mentale così grave lo lasciava senza fiato. Sentiva il peso di una responsabilità che non aveva mai chiesto, il peso di un amore che ora sembrava troppo fragile, troppo complicato.

La serata al pub, che aveva iniziato come un tentativo di trovare risposte, si era trasformata in un viaggio nel cuore di un mistero che andava ben oltre un semplice furto.

Luca si trovava adesso al centro di una storia di amore, sofferenza e segreti nascosti, una storia che avrebbe potuto cambiare la sua vita per sempre.

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Capitolo 15: Il giorno Dopo

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