15. Qual è stata la decisione più difficile che tu abbia mai dovuto prendere?

Capitolo 15: Il Giorno Dopo

La mattina seguente, Luca si svegliò con un peso sul cuore, una nebbia di domande che avvolgeva la sua mente. La rivelazione di Alex al pub era stata come una scossa elettrica nel cuore della notte, lasciandolo in uno stato di confusione e incredulità.

Sofia, la donna di cui si era perdutamente innamorato, aveva davvero una doppia personalità ? E Alex, che aveva sempre considerato un rivale geloso, era in realtà una sorta di guardia del corpo, incaricato di proteggere gli altri da lei ? Era un groviglio di verità e bugie che superava ogni sua più fervida immaginazione.

Dopo una colazione che sembrò passare in un attimo, Luca decise che doveva parlare con Sofia. Aveva bisogno di risposte, di verità, direttamente da lei. Prese il telefono e compose il suo numero con mani leggermente tremanti.

“Sofia, possiamo incontrarci ?” chiese con voce ferma, ma il suo cuore batteva all’impazzata.

“Certo, Luca,” rispose Sofia, la sua voce era dolce, ma c’era una nota di cautela che non gli era sfuggita. “Dove ti va !”

“Sono al lavoro, all’obitorio. Possiamo vederci li ?”

C’era una pausa, un attimo di silenzio. “Va bene, arrivo.”

Luca camminava tra i tavoli dell’obitorio, le sue orme riecheggiavano nel silenzio opprimente della stanza. Si fermò accanto a un corpo coperto da un lenzuolo bianco, l’ultimo arrivato, ancora non identificato. Un senso di solitudine lo avvolgeva, amplificato dall’attesa di Sofia.

Si sedette lentamente su uno sgabello vicino al tavolo, il suo sguardo perso nel vuoto. Il silenzio era così denso che sembrava quasi un personaggio a sé, un compagno invisibile in quella stanza fredda e asettica.

“È difficile, vero ?” una voce interruppe il silenzio. Era una voce eterea, quasi un sussurro, ma Luca non si sorprese. In quel momento, tutto sembrava possibile, persino un dialogo con l’ignoto.

“Sì, è difficile,” rispose Luca, guardando il lenzuolo bianco. “Sto aspettando qualcuno, ma ho tante domande senza risposta.”

La voce continuò, come se provenisse dallo spazio vuoto. “Le risposte che cerchi, a volte, sono più vicine di quanto pensi. Dentro di te.”

Luca chiuse gli occhi, lasciando che le parole si depositassero nel suo cuore. “Ho paura di ciò che potrei scoprire, paura di perderla,” confessò a quel silenzio che ora sembrava parlare.

“La paura è parte del viaggio. Ma l’amore… l’amore è la luce che dissipa le ombre della paura,” rispose la voce.

Un sorriso amaro sfiorò le labbra di Luca. Stava parlando con un morto ? O era la sua mente che cercava conforto nel modo più insolito ? Non importava.

In quel dialogo immaginario, trovava una strana consolazione.

“Ti ringrazio” mormorò Luca, sapendo che stava ringraziando il nulla, un’entità creata dalla sua mente in cerca di pace.

“Non temere il futuro. Affrontalo con il cuore” la voce svanì, lasciando Luca solo con i suoi pensieri.

Sofia, in attesa di incontrare Luca all’obitorio, si trovava seduta su una panchina in un parco vicino. Il vento sferzava leggero tra gli alberi, portando con sé il fruscio delle foglie. Il cielo era coperto, con nuvole che minacciavano pioggia.

Mentre aspettava, un pensiero iniziò a insinuarsi nella sua mente, un’immagine che si faceva sempre più nitida, quasi ossessiva. Si vedeva camminare lungo i corridoi silenziosi dell’obitorio, l’aria fredda che le accarezzava la pelle. Ogni passo risuonava contro le pareti sterili, mentre una sensazione di ansia cresceva dentro di lei.

Nell’immagine, Sofia giungeva davanti a una porta chiusa. Un senso di terrore le serrava il petto, ma una forza invisibile la spingeva a entrare. Dietro la porta, trovava una stanza diversa da quelle dell’obitorio. Era un luogo oscuro, con pareti che sembravano assorbire la luce. In mezzo alla stanza, c’era un tavolo di metallo lucido, illuminato da una singola lampada sospesa.

Sul tavolo, immaginava il corpo di Luca, immobile e pallido. Il cuore di Sofia si fermò. Era un’immagine così vivida e sconvolgente che le tolse il respiro. Luca sembrava addormentato, ma una ferita oscura macchiava la sua camicia.

Sofia sentiva il suo cuore battere all’impazzata, le sue mani tremavano. Era solo un’immaginazione, lo sapeva, ma il terrore era reale. La paura di perdere Luca, la paura che il loro amore potesse condurli in un luogo oscuro e pericoloso.

Poi, nell’immaginazione, Sofia vedeva se stessa avvicinarsi a Luca, le lacrime le rigavano il viso. Si chinava su di lui, sussurrando parole d’amore, chiedendo perdono per una colpa che non aveva commesso.

Ma all’improvviso, nell’immagine, Luca apriva gli occhi. “Non aver paura,” diceva lui nella sua visione. “Siamo insieme in questo, Sofia. Insieme possiamo affrontare qualsiasi cosa.”

L’immagine si dissolse, e Sofia si ritrovò di nuovo seduta sulla panchina del parco. La realtà tornò a imporsi, ma l’eco di quella visione rimase con lei.

Si alzò scuotendo la testa, era proprio ora di andare.

Quando lei arrivò all obitorio, lo trovò lì, seduto in silenzio, il sole era alto nel cielo e inondava la città di una luce pallida. Sofia sembrava un po’ fuori posto in quel contesto di mura fredde e corridoi silenziosi. I suoi capelli lunghi le cadevano sulle spalle in morbide onde, e i suoi occhi erano due pozze profonde di emozione.

“Luca, cosa succede ?” chiese, guardandolo con una miscela di preoccupazione e affetto.

Luca prese un respiro profondo.

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Capitolo 16: Rivelazioni Oscure 

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luca

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