Capitolo 20: Signora Reggiani
Luca percorreva le strade deserte di una città che sembrava essersi addormentata prematuramente. Le luci tremolanti dei lampioni disegnavano ombre lunghe e inquietanti sul selciato, come se stessero cercando di allungarsi verso di lui.

La sua mente era un vortice di paura e determinazione, un mare agitato in cui ogni onda portava il nome di Sofia. Passando davanti alla casa di Sofia, osservò le finestre buie, che lo fissavano come occhi spenti. La casa era avvolta in un silenzio tombale, come se avesse inghiottito ogni segno di vita. Sentiva il suo cuore battere all’impazzata, come se cercasse di fuggire dal petto.
Doveva pensare, doveva ricordare. Ogni dettaglio che Sofia aveva condiviso con lui poteva essere un indizio, un filo da seguire in questo labirinto oscuro.
Si trovava davanti alla casa di Sofia, il cuore palpitante nel petto come un tamburo. La facciata scrostata della casa sembrava un viso anziano, segnato da rughe profonde. Erano sicuramente passati anni dall’ultima tinteggiatura . I lampioni gettavano una luce tremolante, creando ombre danzanti che sembravano giocare con la sua ansia.
Premette il campanello, e dopo alcuni istanti di attesa, la porta si aprì con un cigolio. Apparve una donna dai capelli grigi, intrecciati in un morbido chignon. I suoi occhi, una volta vividi e scintillanti, ora sembravano offuscati dalla preoccupazione. “Signora Reggiani” iniziò Luca, la voce leggermente incerta. “Mi scusi per il disturbo. Sono Luca, un amico di Sofia. Potrei… potrei parlare con lei un momento?”
La signora Reggiani lo scrutò per un attimo, poi annuì lentamente, spostandosi per lasciarlo entrare. “Prego, entra, Luca,” disse con una voce che era un misto di calore e tristezza. “Sofia parla spesso di te. Ma… perché sei qui a quest’ora?”
Mentre si sedevano in un salotto modesto, con mobili che sembravano raccontare la loro storia, Luca sentiva il peso della situazione. “Signora Reggiani, sono qui perché… perché Sofia non mi risponde e sembra scomparsa. È da ieri sera che non ho sue notizie, e… e temo che possa essere in pericolo.”
Il volto della signora Reggiani impallidì, e le sue mani iniziarono a tremare leggermente. “Dio mio, no… non ancora…” sussurrò, come se parlasse più a se stessa che a Luca.
“Scusi, cosa intende con non ancora ?” chiese Luca, inclinandosi in avanti, i suoi occhi pieni di preoccupazione.
La signora Reggiani prese un respiro profondo, cercando di calmare la tempesta di emozioni che si agitava dentro di lei. “Sofia… non è la prima volta che sparisce” iniziò, la voce incerta. “È già successo un paio di volte prima. Ha… ha sempre avuto un’anima inquieta, come suo padre. A volte, sente il bisogno di allontanarsi, di… di rifugiarsi da qualche parte dove possa stare sola con i suoi pensieri.”
Luca annuì, ascoltando attentamente. “Lo sapevo che amava i suoi spazi, ma non mi aveva mai detto di… di queste sparizioni.”
“Non ne parla volentieri,” disse la signora Reggiani, passandosi una mano tra i capelli. “Ma ora sono preoccupata. L’ultima volta è stata via per quasi una settimana, e… e non so cosa farei se le succedesse qualcosa.”
“Io… io farò tutto il possibile per trovarla, signora Reggiani. Sofia è importante per me, e non permetterò che le succeda qualcosa di male” promise Luca, la voce carica di determinazione.
La signora Reggiani lo guardò, gli occhi lucidi di gratitudine. “Grazie. Ti prego, se scopri qualcosa… qualsiasi cosa… fammelo sapere.”
“Lo farò, signora Reggiani. Lo farò” ripeté Luca, alzandosi in piedi. Mentre usciva dalla casa, sentiva il peso della responsabilità sulle spalle. La notte era ancora giovane, e la ricerca di Sofia era appena iniziata.
Stava per varcare la soglia per iniziare la sua ricerca, quando la signora Reggiani lo richiamò. “Luca, aspetta un momento. Forse… forse posso aiutarti a pensare a dove potrebbe essere Sofia.”
Luca si voltò, curioso. “Ha in mente qualche luogo in particolare ?”
La signora Reggiani annuì lentamente, come se stesse raccogliendo i pezzi di un ricordo lontano. “C’è un posto… un luogo che Sofia amava moltissimo da piccola. Il rifugio del padre al bosco della Mesola. Era un appassionato di bird watching, e spesso portava Sofia con sé, soprattutto quando era piccola. Era il loro piccolo mondo, un posto dove potevano essere solo loro due, lontani da tutto”
“Un rifugio al bosco della Mesola…” ripeté Luca, riflettendo. “Pensa che possa essere lì ?”
“Non ne sono certa” rispose la signora Reggiani, stringendo le mani sul grembo. “Ma se c’è un luogo che potrebbe ricordarle momenti felici, un luogo dove potrebbe cercare rifugio quando si sente persa… penso che sia quello.”
Luca annuì, pensieroso. “Allora è lì che andrò per primo. Mi può dare qualche dettaglio in più ? Come trovarlo, ad esempio ?”
“Non ci sono stato personalmente, ma so che si trova in una zona piuttosto isolata del bosco. Sofia una volta ha parlato di un vecchio sentiero nascosto dietro una fila di pioppi da carta. Diceva che era come una porta segreta verso un altro mondo. Credo che si trovi vicino al vecchio ponte sul fiume.”
Luca ascoltava attentamente, memorizzando ogni dettaglio. “Grazie, signora Reggiani. Questo potrebbe essere davvero d’aiuto”
La signora Reggiani lo guardò con un misto di speranza e apprensione. “Ti prego, Luca, fai attenzione. Il bosco della Mesola può essere un posto complicato, specialmente di notte.”
“Starò attento, lo prometto. E farò di tutto per trovare Sofia e riportarla a casa sana e salva,” disse Luca, la voce piena di determinazione.
“Luca, aspetta” disse con un tono di voce che tradiva una nuova risolutezza. “Posso… posso venire con te ? Ho bisogno di fare qualcosa, non posso solo stare qui ad aspettare.”
Luca si girò, sorpreso dalla richiesta. “Signora Reggiani, non sono sicuro che sia una buona idea. Il bosco di notte può essere pericoloso e…”
La signora Reggiani lo interruppe, la determinazione brillava nei suoi occhi. “Lo so, ma è mia figlia. Non posso stare qui seduta a non fare nulla. Ho bisogno di sentirmi utile, di sentire che sto facendo qualcosa per Sofia.”
Luca osservò la signora, vedendo la forza di una madre che desiderava solo il meglio per sua figlia. “Va bene,” cedette infine. “Ma dobbiamo essere estremamente cauti. Il bosco di notte è un luogo diverso, e dobbiamo stare attenti.”
Un sorriso di gratitudine illuminò il volto della signora Reggiani. “Grazie. Non sai quanto significhi per me. Dammi solo un momento per chiudere la casa e arrivo.”
Mentre la signora Reggiani si affrettava a chiudere la casa, Luca rifletteva sulla situazione. La prospettiva di avere la madre di Sofia al suo fianco nella ricerca aggiungeva un ulteriore strato di responsabilità al suo compito. Tuttavia, capiva l’importanza di quel gesto per lei, il bisogno di essere parte attiva nella ricerca della figlia.
Pochi minuti dopo, la signora Reggiani uscì, chiudendo la porta di casa dietro di sé con un click definitivo. “Sono pronta,” disse, con un tono che mescolava ansia e determinazione.
Partiamo.
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luca